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Capire il cancro alla prostata

Il cancro alla prostata è una patologia che colpisce molti uomini, soprattutto con l'avanzare dell'età. Anche se il cancro in sé non causa direttamente la disfunzione erettile (DE), i trattamenti spesso necessari per combattere la malattia possono avere come effetto collaterale la DE.

L'impatto del cancro alla prostata sulla funzione sessuale

La presenza di un tumore alla prostata può avere un impatto significativo sulla funzione sessuale di un uomo. Uno degli effetti è la riduzione del desiderio sessuale e della frequenza dei rapporti sessuali. Questo impatto non è causato solo dalle manifestazioni fisiche della malattia, ma anche dallo stress psicologico associato a una diagnosi di cancro alla prostata.

Trattamento del cancro alla prostata e disfunzione erettile

I metodi di trattamento del cancro alla prostata, come la chirurgia, la terapia ormonale e la radioterapia, sono noti per essere potenzialmente causa di disfunzione erettile. L'impatto sulla funzione sessuale è spesso temporaneo: quasi tutti gli uomini sperimentano una certa disfunzione erettile nei primi mesi dopo il trattamento. Tuttavia, nel giro di un anno si osserva solitamente un miglioramento sostanziale.

Il ruolo dei nervi nella funzione erettile dopo il trattamento del cancro alla prostata

La capacità di raggiungere e mantenere l'erezione dipende in gran parte dalla funzione dei nervi. Alcuni trattamenti per il cancro alla prostata possono danneggiare i nervi necessari per l'erezione. Gli uomini con tumore della prostata a basso rischio hanno generalmente tassi più elevati di funzione erettile dopo il trattamento, poiché in questi casi è più facile risparmiare i nervi.

L'effetto della chirurgia sulla funzione erettile

Specifici tipi di interventi chirurgici, come quelli per la prostata, il pene, il retto e altri tumori pelvici, possono compromettere i nervi necessari per l'erezione, rendendo difficile raggiungere e mantenere l'erezione. Per questo motivo, dopo il trattamento del cancro alla prostata, gli uomini possono subire cambiamenti nella capacità di ottenere o mantenere l'erezione.

Terapia ormonale, testosterone e disfunzione erettile

La terapia ormonale per il tumore alla prostata può portare a una diminuzione della capacità dell'organismo di produrre testosterone, un ormone che svolge un ruolo chiave nella libido e nella funzione erettile. Di conseguenza, bassi livelli di testosterone possono causare difficoltà di erezione.

La radioterapia e il suo impatto sulla funzione erettile

La radioterapia è un altro trattamento per il cancro alla prostata che può potenzialmente portare alla disfunzione erettile. Agisce colpendo le cellule tumorali, ma può anche influenzare i tessuti sani circostanti, compresi i nervi coinvolti nella funzione sessuale.

Prostatectomia con risparmio dei nervi e recupero della funzione erettile

La prostatectomia con risparmio dei nervi mira a rimuovere la ghiandola prostatica preservando i nervi che controllano l'erezione. In seguito a questo intervento, molti uomini possono sperare di recuperare la funzione erettile nel tempo. Tuttavia, ciò non è sempre vero e dipende da fattori quali la salute generale del paziente, lo stadio del tumore e la precisione dell'intervento.

Variabilità della disfunzione erettile dopo il trattamento del cancro alla prostata: Differenze individuali

È importante notare che non tutti gli uomini presentano disfunzione erettile dopo il trattamento del cancro alla prostata. La gravità e la durata della DE possono variare da un uomo all'altro. Alcuni uomini possono non avere disfunzioni erettili, mentre altri possono notare che l'erezione non è più salda come un tempo.

Affrontare la disfunzione erettile dopo il trattamento del cancro alla prostata

Sperimentare la disfunzione erettile dopo il trattamento del cancro alla prostata può essere impegnativo.

Tuttavia, esistono strategie e trattamenti disponibili per gestire questa condizione, dai farmaci al supporto psicologico. È essenziale che i pazienti comunichino con i loro fornitori di assistenza sanitaria qualsiasi cambiamento o preoccupazione per ricevere cure e supporto adeguati.

EVENTO MEDICO

01-02-2003 - Tre anni di indagini cliniche, quattromila persone di età compresa tra i 40-80 anni residenti in otto paesi della valle del Sabato e della valle dell'Irno e dieci medici di base coadiuvati da quattro docenti universitari: questi i dati del  "progetto Pace" (Peripheral Arteriopathy and Cardiovascular Events) finalizzato ad accertare l'incidenza della malattia arteriosa periferica ed il rischio cardiovascolare connesso in una ristretta area geografica. Lo studio è stato condotto dall'Associazione di Medicina Generale (Medigeat) con sede ad Atripalda e coordinato dal professor Gregorio Brevetti del Dipartimento di Medicina Clinica, Scienze cardiovascolari ed immunologiche dell'Università degli Studi Federico II. Il progetto - il primo nel suo genere ad essere condotto in Italia grazie all'interazione tra Università e medicina di base nell'ambito della prevenzione -  ha visto impegnati i seguenti medici: Gerardo de Stefano (Solofra), Michele Roberto e Brunella Vitale (Serino), Giuseppe Galasso (S. Potito), Angelo Trodella (Salza), Pasquale Cerrato (Montoro Inferiore), Vittorio Ciampi (Manocalzati), Aldo Capodanno (Chiusano San Domenico), Aldo Laurenzano e Mariella Velardi (Atripalda).